
Da Empoli a Corfù e ritorno, passando per Barcellona. Sono queste le tappe fondamentali nella carriera di Jack Mazzoni, uno dei più famosi dj e producer nostrani. Uno che la musica ce l’ha avuta nel sangue fin da bambino: «Quando andavo in giro con i miei, li costringevo a lunghe soste all’Autogrill – ricorda –. Perlustravo a fondo il reparto musica e puntualmente ne trovavo qualcuno da comprare».
Empolese doc, frequenta nella città toscana il liceo di design e a scuola non va nemmeno male. Mostra, però, più interesse per le feste che organizza insieme agli amici in occasione di eventi speciali. E già lì il giovane Jack sfoggia un talento naturale nel far ballare la gente.
Dopo l’esame di maturità, s’iscrive alla facoltà di architettura. Ma capisce subito che non è lì il suo futuro: «Mi resi conto che ero molto più bravo a far drizzare i capelli alla gente che affollava le piste da ballo che raddrizzare la Torre di Pisa – scherza, citando un monumento della sua Toscana a cui è molto legato –. Così mollai gli studi per dedicarmi completamente alla musica».
Gli inizi di Jack Mazzoni
E proprio in Toscana Jack Mazzoni muove i suoi primi passi come disk jockey: «Ho iniziato al Seven Eleven, il locale che ha visto nascere alcuni artisti famosi, come Giorgio Panariello, Franchino, Aria Fresca e tanti altri – racconta il 27enne –. Ho cominciato come terzo dj, che è come dire che sei la riserva della riserva del titolare. Dovevo stare in panchina, guardare e imparare. E attendere il mio momento».
Così, piano piano, Jack riesce a sfruttare i piccoli spazi che gli vengono concessi. E si fa notare dal pubblico, che ne apprezza le capacità.
La vera svolta è Corfù
Ma la vera svolta della sua carriera arriva molto lontano da Empoli. Infatti, oltre alla passione per la musica, Jack coltiva anche quella per i viaggi. E un’estate, dopo un anno intero di lavoro al Seven Eleven, mentre è in vacanza in Grecia con gli amici, una sera si ritrova nel posto giusto al momento giusto: «Eravamo in una discoteca di Corfù e succede che i gestori litigano con il dj resident – ricorda –. Così mi sono fatto avanti e mi sono ritrovato dall’essere cliente al diventare dj resident per quella sera e nei sei anni successivi».
L’occasione della vita
In Grecia Jack si fa conoscere e nel giro di qualche anno la discoteca di Corfù, dove si esibisce alla consolle, diventa il punto di approdo per tanti giovani europei che ogni estate ne fanno un appuntamento fisso e imperdibile.
L’esperienza greca gli permette anche di conoscere tanti dj producer provenienti da ogni parte del mondo, consentendogli di contaminare la sua musica con quella di altre culture. Propria questa contaminazione contribuisce a rendere unico il suo genere e il suo nome ormai rimbalza tra Corfù e la Toscana.
Ma lo stesso Jack non si rende conto di quanto sia diventato importante nel mondo dei disk jockey fino a quando non gli capita l’occasione della vita: «Un giorno mi arriva una e-mail da parte di Geo Da Silva, che mi chiede di collaborare – racconta –. Lì per lì ho pensato che fosse lo scherzo di un amico, invece era tutto vero».
Una collaborazione che produce successi che collezionano milioni di click sul web e di dischi venduti, nonché numerosi premi e la conquista di tutte le hit parade spagnole.
Una celebrità che, però, non ha cambiato Jack Mazzoni. Lui, infatti, è rimasto quel ragazzo di provincia che ancora si diverte a suonare nelle discoteche della sua regione. Uno che, terminata la serata, riunisce gli amici e va a fare colazione con loro prima di tornare a casa.
Quella volta a Barcellona
Insomma, il dj empolese non si è montato la testa. Una qualità, quella della modestia, che gli ha fatto vivere spesso episodi esilaranti. Come quella volta al Pacha di Barcellona, prima di una serata in cui lui e Geo Da Silva erano i personaggi più attesi:
«Arrivo davanti alla discoteca e mi metto in fila con gli altri per entrare – racconta –. Dopo un po’ che sono lì in mezzo a loro, qualcuno mi riconosce e si crea una ressa di ragazzi che mi chiedono foto e autografi. Per fortuna è intervenuta la security che mi ha portato subito dentro».
Quella sigaretta fumata con Mr. Sarri
Un altro episodio che Jack non dimenticherà mai capita nella sua città, quando ritira il premio Leone d’argento: «A un certo punto vado a fumarmi una sigaretta e incontro Maurizio Sarri, anche lui uscito a fumare – rammenta –. Lui all’epoca allenava ancora l’Empoli e ricordo come fosse ieri che mi diede una pacca sulla spalla, complimentandosi. Poi mi disse che avrei avuto sicuramente successo».
Un incontro che il ragazzo ricorda con affetto. Tanto che ha continuato a seguire l’allenatore toscano anche quando è approdato sulla panchina del Napoli. E oggi, oltre ad avere a cuore l’azzurro dell’Empoli, fa il tifo anche per quello dei partenopei: «E ho un grande sogno, quello di suonare alla festa per il Napoli campione d’Italia».