
Ecco il messaggio che Maurizio Pasca, il presidente di SILB/ FIPE, l’Associazione Italiana Imprese di Intrattenimento da Ballo e di Spettacolo ha pubblicato sul sito ufficiale della realtà che rappresenta ben 2500 imprese del settore.
In questi giorni, i vertici e lo staff di Silb stanno compiendo un lavoro titanico. Presso le istituzioni, il Governo, i media. Il lavoro di dare voce e corpo a un settore completamente dimenticato, al punto da non venire nemmeno citato nei vari Decreti che si susseguono, finora senza alcun esito pratico in termini di aiuti o provvedimenti finalizzati almeno alla sopravvivenza!
Nessun giornale, nessuna televisione, nessun programma aveva pronunciato la parola impronunciabile: la discoteca! Fatta eccezione per la virologa Viola, che con il famigerato sorriso ci ha fatti assurgere a improvvisa popolarità!
Improvvisamente, le nostre istanze e il nostro volto istituzionale, quello del Presidente Pasca, hanno iniziato a circolare sui media mainstream, le radio ci hanno invitati a parlare, le televisioni ci hanno dato spazio. Certo, qualche secondo di spazio ma…invito chiunque a passare sul Tg 5 delle 13 rappresentando un settore, come le discoteche, inviso a gran parte della popolazione in quanto imputabile di sballo, droga e amenità varie.
Chiunque conosca le dinamiche della tv mainstream sa che risultati del genere non solo sono complessi da ottenere, ma anzi, spesso voci più forti e rappresentative di un numero maggiore di lavoratori vengono ignorate a meno che non ci siano notizie sensazionalistiche dietro. Né è scontato che la nostra voce sia su tutti i tavoli istituzionali, presso tutte le forze politiche ad esclusione dei partiti minori e quasi inesistenti. Abbiamo aperto tavoli istituzionali con pressoché tutte le forze politiche, da destra a sinistra.
La visibilità della nostra categoria in questo momento è massima. Il problema è ottenere denaro da un sistema che per ora ha offerto elemosine ma ha promesso tantissimo. E questo è il problema che affligge ogni categoria di lavoratori, a meno che non si tratti di statali o dipendenti a tempo indeterminato. Confidiamo nel decreto di maggio, se non vedremo adempiuta alcuna promessa, reagiremo.