Mentre i locali notturni di ogni genere e categoria, il “club privato” Jackie Ò di Brescia apre. La scorsa sera (18 maggio) in sala erano presenti 8 ragazze con 15 avventori. Distanziamento sociale?
In un momento che vede il mondo della notte vessato, con 2.500 discoteche e locali chiusi per un totale di 50.000 lavoratori a rischio e il Governo fa il pugno di ferro (senza aver fatto ancora arrivare agli imprenditori UN EURO di finanziamenti), apprendiamo che un club privato svicola tra le maglie dei provvedimenti. Ma allora l’allarme è reale o è fittizio?
Silb, l’associazione che raggruppa gli imprenditori dell’intrattenimento, in vista dello sblocco dell’eventistica dal 15 giugno con regole di capienza ben precise al chiuso e all’aperto, ha stilato una proposta seria che riguardi le regole di comportamento del personale e del pubblico, rivolgendosi fra l’altro a un infettivologo della struttura Lazzaro Spallanzani.
I locali notturni e le discoteche hanno già capienze definite a norma di legge e rispettano già LE DISTANZE DI UN METRO. Dagli anni Settanta.
L’associazione ha rivisto tutte le regole di allestimento e frequentazione dei locali, compresa la figura di un “responsabile di pista” che favorisca il mantenimento delle distanze.
Inoltre, sono state varate misure precauzionali come la misurazione della temperatura, app per il tracciamento, prenotazioni online, menu digitali, oltre a una sanificazione delle sale prima e dopo l’utilizzo e alla formazione del personale al fine di garantire la massima sicurezza per tutti.
Nonostante queste proposte la parola “discoteca” o “night club” non viene citata quasi mai dalle istituzioni e non vi è alcuna comunicazione in merito a possibili riaperture, con costi di gestione e di affitto enormi.
Risulta quindi una presa in giro e uno sfregio a migliaia di lavoratori e alle migliaia di famiglie e imprese che ne costituiscono l’indotto secondario arrivare a conoscenza di situazioni totalmente elusive.
Silb, vista la serietà con cui gli imprenditori hanno adempiuto alle misure precauzionali chiudendo i locali dalla fine di febbraio, sta valutando una manifestazione di protesta da tenersi a Roma in giugno.
Tornare a vivere deve essere un auspicio che si trasforma in realtà in maniera etica e soprattutto uguale per tutti.
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